Sul promettente processo di rilancio del nostro Paese pesano alcune incognite. La prima viene da oltre Atlantico, con un’inflazione Usa oltre il 5%, la più alta dal 2008, che se non dovesse rivelarsi, come atteso, una bolla contingente, costringerebbe la Fed ad aumentare il costo del denaro, innescando un inevitabile e penalizzante effetto domino sui mercati di tutto il mondo. A questo rischio se ne sommano altri, come quello rappresentato dal nostro disavanzo di bilancio e la futura tenuta del debito pubblico, legata in parte al costo del denaro, allo spread e ai tassi sulle future emissioni di bot.
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E poi ci sono altre minacce, come il perdurare delle altissime quotazioni di molte materie prime e dei noli, finora ingoiate in gran parte dalle filiere (anche qui, bolla contingente o fenomeno prolungato?). Infine, si può menzionare anche la durata del Governo, messa in bilico dall’appuntamento per l’elezione del prossimo inquilino del Colle e dalle possibili alternanze alla Presidenza del Consiglio.
Intanto, i dati di contabilità nazionale sui consumi diffusi di recente dall’Istat, come sempre in valuta corrente e costante, consentono di delineare con maggiore precisione l’andamento del mercato alimentare nel 2020.
continua…
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