Un risultato molto positivo in un anno segnato da gravi difficoltà. Nel 2020 la produzione di mangimi ha superato per la prima volta nella storia la quota di 15 milioni di tonnellate. A questo dato si aggiunge l’altrettanto incoraggiante aumento del numero di occupati nel comparto. Sono alcuni dei dati relativi ai principali indicatori economici dell’industria italiana di alimenti per animali diffusi da Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) in occasione dell’Assemblea annuale tenutasi in videoconferenza il 5 luglio. Anche il fatturato ha fatto registrare un considerevole rialzo, portando il giro d’affari del comparto in Italia a circa 8 miliardi di euro (+5,2%), di cui 5,4 miliardi per i mangimi, 900 milioni per le premiscele e 1,7 miliardi per il pet-food, tutti valori in crescita rispetto al 2019. A spingere in alto il fatturato è stato anche l’aumento dei prezzi alla produzione, la cui variazione media tra il 2019 e il 2020 è stata del +15,6%. Quest’impennata si spiega se si considera l’incremento delle quotazioni delle materie prime utilizzate per la produzione di mangimi (dal mais alla soia, dall’orzo al frumento), un fenomeno che sta proseguendo nel 2021 e che continua a preoccupare tutta la filiera zootecnica.
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