I prezzi del grano duro sono cresciuti di oltre il 50% negli ultimi tre mesi, fino a raggiungere il record storico di quasi 450 euro/t. Si tratta di un deficit mondiale – differenza tra produzione e consumo – di circa 1,5 milioni di tonnellate per la campagna 2021-2022 e anche le scorte internazionali sembrano essere insufficienti. Questa impennata preoccupa l’intera filiera cerealicola nazionale (agricoltori-molini-pastifici). La questione grano duro si inserisce nel più generale movimento di volatilità e tensione dei prezzi delle grandi commodity agricole, dovuto in larga misura alla ripartenza dei consumi in Cina. Anche l’industria molitoria è in allarme, come ha sottolineato Silvio Grassi, presidente di Italmopa, che vede profilarsi uno scenario inedito per il settore, caratterizzato da un’oggettiva difficoltà degli impianti ad approvvigionarsi.
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