Un momento del forum
Impianti di stoccaggio, nuovi sili sostenibili, andamento nazionale e internazionale delle commodities agricole, situazione del settore agroalimentare: questi sono solo alcuni dei temi trattati in occasione dell’evento organizzato da Mulmix lo scorso 26 novembre. La giornata è iniziata con l’intervento dell’Ing. Andrea Nardo, Chief Technical Officer di Mulmix, che ha illustrato le diverse criticità di chi affronta un investimento per un nuovo impianto di stoccaggio e come Mulmix può rappresentare per i propri clienti un partner proattivo in tutte le fasi del processo. Fatto questo preambolo, Nardo ha illustrato il progetto “Solo Engineering”, un dipartimento dedicato alla progettazione di impianti nel settore agroindustriale e agroalimentare con focus sugli studi di fattibilità, finalizzato a creare un quadro globale dell’investimento prima dell’inizio dei lavori. Ciò significa, nel concreto, garantire una visione quanto più completa di tutte le criticità, del time to market, del budget da utilizzare, automatizzando così ogni singolo processo produttivo (dalla reportistica alla conservazione, dalla garanzia di tracciabilità al risparmio energetico). È chiaro che questo tipo di strumento fornisce un notevole supporto nella conduzione degli impianti molitori e nel miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime, il tutto in linea con le richieste del PNNR. La parola è poi passata all’Arch. Andrea Tobaldo, Technical and Sales Manager di Mulmix, che ha offerto una dettagliata presentazione del “Silos Ci”, il nuovo silos a cono interno senza colonne di supporto coperto da brevetto internazionale, che può arrivare a uno stoccaggio di 2.000 metri cubi di derrate e che sta riscuotendo un forte interesse a livello nazionale ed internazionale. La peculiarità di questa struttura – spiega Tobaldo – consiste in una staffa che va a scaricare tutto il peso del cono del silos verso i montanti esterni, permettendo in tal modo, tra le varie azioni, di variare l’attacco e la posizione del cono stesso. La velocità di progettazione e di produzione, nonché i rapidi tempi di consegna, rappresentano un grande vantaggio non solo per il produttore ma anche per chi ne usufruisce. Tra gli accessori disponibili va segnalato il contro cono, grazie al quale è possibile gestire al meglio il diverso carico del silos. A chiusura della mattinata – che ha visto anche la visita alle “Mulmix Rooms”, ossia agli spazi dedicati al settore molitorio, industriale, con macchine specifiche, all’engineering, e al “Silos Ci” montato esternamente e visibile per tutto il mese di febbraio – si è posto l’accento, con il contributo di Carlo Manzato di Credit Suisse, Silvio Pellati di Pellati Informa ed Enrico Zanetti, già Vice Ministro all’Economia, sull’andamento dei mercati delle commodities, sugli strumenti messi a disposizione delle imprese dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nonché sui bonus e gli incentivi fiscali per la messa in sicurezza degli impianti. Il pomeriggio è stato interamente dedicato al forum “Il presente e il futuro del settore agroalimentare”, moderato da Cristiano Spadoni di AgroNotizie. Un vero parterre de roi, che ha visto la presenza di Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks, Emilio Ferrari, presidente di Italmopa, Giorgio Agugiaro presidente di Compagnia Generale Molini, Francesco Divella, socio di Divella Spa, e Alberto Stefanati, presidente di Capa Cologna. Durante il dibattito si è fatto chiarezza sull’andamento del mercato delle commodities e sulle previsioni a livello nazionale e internazionale. Dagli interventi è emerso come la catena di approvvigionamento sia costantemente sotto il peso di una burocrazia sempre più invasiva: in tal senso, è stato ricordato quanto sia preoccupante per il settore molitorio il registro di carico e scarico. Italmopa, per voce del proprio Presidente, ha voluto sottolineare come già esista un sistema di tracciabilità che garantisce la sicurezza delle materie prime. Il confronto si è poi focalizzato dapprima sulla recente riduzione di reperibilità delle materie prime a causa delle anomale condizioni climatiche, quindi sul caro energia e sull’impellente necessità di un intervento delle istituzioni nazionali ed europee per impedire la crisi irreversibile di un settore da sempre additato come responsabile dei rincari sui prodotti finali. A fronte, infine, del piano Next Generation Ue, che ambisce a trasformare le economie nazionali, creare opportunità e posti di lavoro, è stata evidenziata l’importanza di analizzare lo stato degli impianti di stoccaggio in uso e di intervenire o per modificarli strutturalmente o per realizzarne di nuovi tecnologicamente all’avanguardia, in grado di accogliere una maggiore produzione per far fronte a eventuali crisi di reperibilità delle materie prime. Il tema della sostenibilità è stato giustamente uno dei leitmotiv del forum, da cui è emerso, con forza, la necessità di rielaborare un’agricoltura che sia al servizio dell’ambiente, di poter contare su disciplinari di coltivazione per comprendere e misurare l’impatto di una coltura sull’ambiente, nonché di intensificare i contratti di filiera, che possono creare valore e migliorare la reddittività di tutta la filiera. Insomma, si è manifestata la necessità di accelerare questo cambio di mentalità – comunque già in atto – in tutti gli anelli della filiera, non in maniera conflittuale ma con spirito di condivisione.
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