La nuova Pac indica obiettivi estremamente ambiziosi dal punto di vista ambientale: la drastica riduzione degli agrofarmaci il cui consumo, nella volontà di Bruxelles, dovrà ridursi del 50% entro il 2030 e l’aumento della superficie dedicata all’agricoltura biologica, che dovrà arrivare al 25% della Sau (Superficie agraria utile) dell’Unione. Il raggiungimento di questi target comporterà sicuramente un profondo cambiamento, non solo economico ma anche sociale, nelle campagne.
RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE E RIGENERARE TERRITORI E SUOLI SONO GLI OBIETTIVI PRIMARI DELLA NUOVA RIVOLUZIONE AGRICOLA
Nel caso della riduzione dei fitofarmaci, l’impatto potrebbe essere drammatico soprattutto per le piccole aziende agricole. In Trentino è stata stimata una possibile contrazione della produzione di mele pari a circa 100 mila tonnellate e la perdita economica andrebbe a pesare in maniera particolarmente gravosa soprattutto sulle 5 mila piccole aziende frutticole presenti nella regione. Per il biologico ci si deve invece porre il problema dei prezzi di mercato. Fin dalla sua prima affermazione, la produzione biologica ha assicurato quasi sempre un differenziale di prezzo positivo rispetto al convenzionale. La domanda ha quindi alimentato un florido mercato che da nicchia è poi passato a segmento “premium price”. Con il raddoppio dell’offerta definito dalla nuova Pac potrebbero verificarsi fenomeni di deprezzamento dei beni dovuti a una non proporzionale crescita della domanda.
La politica ambientale europea trova una sua fondata ragione alla luce dell’emergenza climatica e dell’ormai evidente necessità di cambiare il paradigma produttivo, e non solo in agricoltura. L’impegno ambientale è un obbligo assoluto per tutte le attività umane: l’impronta ecologica umana (ecological foodprint), ovvero il capitale naturale utilizzato dall’uomo, oggi è pari a 1,7 pianeti. In poche parole, servirebbero 1,7 pianeti nel caso si volesse continuare con questo meccanismo di crescita. Tuttavia, mancando il “pianeta di ricambio”, appare chiaro che non siamo destinati alle magnifiche e progressive sorti di leopardiana memoria.
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Direttore Marketing & Qualità e Vice Direttore di Mercato Caab Spa, Direttore scientifico Fondazione Fico
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