La Borsa Merci della Camera di Commercio di Bologna ha iniziato una nuova fase della sua lunga storia iniziata nel 1951 in Piazza Maggiore, proseguita negli spazi della Sala Borsa di Piazza Nettuno, fino ad arrivare, oggi, nel pieno della pandemia da Covid-19, nella sua nuova sede all’interno di Fico Eataly World, che l’accoglie nel foyer del Centro Congressi, in piena integrazione con le attività del Caab, il Centro Agroalimentare di Bologna, in attesa della costruzione della sede definitiva.Molte le incognite che oggi stanno condizionando i mercati, rappresentate non solo dal Covid ma anche dai difficili equilibri internazionali in materia di commercio e dai nuovi scenari politici mondiali, come il cambio al vertice della Casa Bianca. Il presidente di Ager Borsa Merci, Patrizio Chieregato, ha però una visione positiva per il futuro.
Presidente, partiamo dalla situazione Covid-19. Come ha influito sul vostro lavoro e su quello degli operatori? Ager, per conto della Cciaa di Bologna, gestisce la Borsa Merci. Ciò significa l’organizzazione della riunione settimanale degli operatori e la composizione del listino prezzi. Quella delle riunioni settimanali è una consuetudine solo italiana. Noi troviamo ancora piacere nell’incontrarci di persona, ma la pandemia ha purtroppo interrotto questa condizione. A Bologna abbiamo deciso di chiudere il mercato in fisico perché abbiamo ritenuto, coscientemente, che non valesse la pena tenerlo aperto con 20/30 operatori, quando la media abituale è di 200/250.
MERCATI STRETTI FRA COVID-19, TENSIONI NEL COMMERCIO MONDIALE E NUOVI SCENARI POLITICI
Senza contare la perdita economica che ne sarebbe derivata. Abbiamo seguito alla lettera le raccomandazioni del Governo in tema di riunioni private in modalità a distanza. Per sconfiggere la pandemia ognuno deve fare la propria parte e noi abbiamo fatto la nostra. Al primo posto va messa sempre la salute. Per il listino il problema non sussiste perché la tecnologia ci permette di riunire le varie commissioni prezzi da remoto; le prime volte abbiamo avuto qualche problema soprattutto con alcuni commissari che non erano adeguatamente preparati, mentre oggi possiamo dire che le commissioni svolgono ottimamente il loro lavoro. Per gli operatori la voglia di tornare a guardarsi negli occhi e a stringersi la mano è tanta, ma ritengo che tale mancanza non abbia influito sugli affari. Le merci si comprano e si vendono al telefono, idem per le informazioni.
…continua
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