Il decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue sulle pratiche sleali è entrato in vigore il 15 dicembre scorso con l’obiettivo di regolare i rapporti tra le imprese della filiera agroalimentare italiana all’insegna dell’equilibrio e della trasparenza, e impedire l’uso di condotte scorrette. Tra i punti centrali della nuova normativa, l’obbligo di stipulare contratti in forma scritta, la durata di almeno 12 mesi e l’indicazione del prezzo di cessione, che potrà essere fisso o stabilito in base a criteri specificati nel contratto stesso. Tra le pratiche sleali è considerata anche la vendita di prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione. L’autorità designata per le azioni di contrasto alle pratiche sleali e per svolgere funzioni di accertamento è l’Ispettorato centrale tutela qualità e repressione frodi del Mipaaf.
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