Ci si avvia lentamente verso la fine dell’anno ed è perciò opportuno aggiornare la verifica delle dinamiche congiunturali. Diciamo subito che la spinta di recupero, dopo il cavo d’onda 2020, rimane forte, anche se in qualche caso sembra perdere lo smalto che l’aveva caratterizzata a metà anno. La ripartenza dell’inflazione, la fiammata che non accenna a estinguersi dei costi dell’energia e delle materie prime, la perdurante impennata del caro-noli, rappresentano ostacoli che non lubrificano il percorso espansivo dell’economia nazionale e internazionale.
Nello scorso mese di agosto la produzione dell’industria alimentare ha registrato, a parità di giornate di calendario, un aumento del +5,1% sullo stesso mese del 2020. Tale aumento appare in linea, anzi migliore, del +4,9% di luglio. Ma a guardar bene non è proprio così. La variazione di luglio si confrontava infatti con il -0,4% del tendenziale della produzione alimentare di luglio 2020, mentre quella di agosto viene dopo il -2,0% del tendenziale di agosto 2020.
IL RECUPERO PERSISTE MA NUOVI OSTACOLI NON AIUTANO IL PERCORSO ESPANSIVO DELL’ECONOMIA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
Bisogna insomma guardare ai recuperi, per cui, al netto, in realtà emerge che la produzione di agosto ha perso un po’ di spinta. A fianco, il totale industria ha segnato ad agosto una variazione piatta (+0,0%), dopo il +7,0% di luglio. Ma anche qui occorre guardare al pregresso. Nel luglio 2020 il tendenziale del grande aggregato industriale era stato pari al -8,0%, mentre ad agosto 2020 aveva mostrato un dato quasi fermo al -0,3%. Pertanto, al netto dei recuperi, la produzione complessiva appare più stabile
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