L’annunciata modifica della normati va in tema di informazione dei con sumatori che dovrebbe prevedere, per gli alimenti con “termine minimo di conservazione” (tmc) l’aggiunta della dizione “spesso buono oltre”, sarà probabilmente l’ultimo atto in tema di etichettatura dell’attuale mandato della Commissione europea. Al momento in cui scrivo la bozza non è ufficialmente disponibile e formalmente è all’esame degli Stati, per cui il progetto della Commissione potrebbe teoricamente essere rimaneggiato. Per cui qui mi limito ad alcune riflessioni generali. Mentre per ripercorrere i passi principali del progetto, dalla scelta politica all’attuale circolazione della bozza del Regolamento delegato si possono consultare i documenti già pubblicati della Commissione1, sono diversi gli spunti giuridici che mi sembra già oggi si possano trarre. Il progetto che è stato salutato come un grande passo avanti per contenere gli sprechi alimentari, in realtà nasce in un quadro regolatorio ben più dinamico di quanto parrebbe.
Mentre oggi si cerca di spingere il consumatore a leggere con una diversa attenzione il “da consumarsi preferibilmente entro il…” o il “da consumarsi preferibilmente entro fine…” di cui all’allegato X del Reg. (Ue) 1169/2011 anche la data di scadenza, gestita in autonomia dagli Stati ha mostrato nel corso degli anni un’evoluzione regolamentare. Pensiamo al latte fresco pastorizzato, precedentemente obbligato in Italia a un termine di 4 giorni, per arrivare ai vigenti 6 giorni, nonostante più di un operatore chieda che si possa arrivare a 10 giorni.
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Avvocato esperto in diritto dell’alimentazione
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