Lo scorso evento “Commodity Agricole 2022”, toccava temi pregnanti quali l’aumento dei prezzi a causa delle scorte insufficienti e della scarsa disponibilità dei prodotti. Non solo, ma sempre in tale consesso si disse che il ritorno alla normalità sarebbe stato lento, perché per ripristinare le scorte occorreva tempo e, soprattutto, campagne ottimali; senza dimenticare che già vi erano problemi con la supply chain dei concimi e con la logistica. La guerra, come noto, ha poi esacerbato la situazione, supportando i prezzi alti e, in taluni casi, alzandoli ulteriormente. A tutto ciò, va poi aggiunto il recente calo del PIL e la perdurante inflazione.
Le aspettative per il 2023
In occasione di “Commodity Agricole 2023”, invece, viene spontaneo domandarsi quali siano le aspettative per l’anno venturo. Plausibilmente, agricoltori e imprese industriali lavoreranno e produrre di più, sollecitati dai prezzi alti, stimolando così l’offerta per abbassarli. Al tempo stesso, questo “slancio” sarà ostacolato dai costi elevati, specie dell’energia, che renderanno complesso ricostruire le scorte. Di contro, sembra che il costo della logistica possa gradualmente rientrare. La parola dell’anno sarà quindi “differenziazione per commodity e per area geografia”: va detto che in alcuni comparti – si pensi ai cereali – le campagne sono state negative e quindi i prezzi resteranno comunque alti. Tuttavia, occorre ragionare su ogni singola commodity: in questo caso si rifletterà sul gruppo di mercato di mais, frumento duro e tenero.
Il mais tra previsioni, mercato e prezzi
Come noto, gli Usa sono sia il primo produttore (32%) sia il primo esportatore (29%, quasi un terzo della esportazione mondiale), seguiti dalla Cina (23%) che, però essendo un forte consumatore, è anche il primo paese importatore al pari dell’Ue (entrambi al 10%). Al terzo posto come produttore si trova il Brasile (8%) che resta anche il secondo esportatore (22%). Attualmente, si è di fronte a una fase significativa per il mercato di questo cereale, perché se nell’emisfero nord si è nel momento della raccolta – quindi si ha concretezza di quella che sarà la disponibilità del prodotto nei primi mesi della campagna -, in quello sud, si è in fase di semina, sicché si inizia ad avere un’idea di quello che sarà l’approvvigionamento del mercato negli ultimi mesi della campagna. Nel complesso, per la campagna 22/23, è previsto un calo della produzione mondiale sostanzialmente per una produzione limitata negli Usa, nell’Ue e in Ucraina.
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