La domanda di cereali su scala globale cresce più dell’offerta andando così a erodere gli stock, in costante calo anche a causa di diverse criticità presenti lungo tutta la filiera, che provocano ingenti perdite di volumi. Secondo le stime della FAO, nel 2022 sono state prodotte circa 2.768 milioni di tonnellate di cereali a livello mondiale e ne sono state impiegate 2.784 milioni. Le scorte, alla fine della stagione 2023, sono previste in contrazione dell’1,6%, sotto i livelli apertura, scendendo a 848 milioni di tonnellate, di cui circa 780 milioni di grano. Il rapporto stock/utilizzi di cereali nel mondo calerà al 29,7% nel 2022-2023, dal 31% dell’anno precedente. Una tendenza preoccupante, anche alla luce della continua crescita demografica nel pianeta, specie se si considera che dallo stock dei cereali alla loro trasformazione si arriva a perdere dall’8 al 50% dei volumi a causa dalla presenza di infestanti di vario genere (insetti, muffe, funghi) o per le condizioni ambientali dell’impianto (alto tasso di umidità o temperatura elevata).
Le azioni strategiche del settore molitorio
Per prevenire tali perdite, il settore molitorio sta lavorando sia sul fronte della sanificazione dei siti di stoccaggio, sia su quello più avanguardistico dell’atmosfera controllata, dell’inserimento negli ambienti (silos, magazzini ecc) di insetti antagonisti, nonché dei trattamenti termici specifici per debellare il rischio di salmonella. Dal prossimo anno, peraltro, potrebbe essere già consentito l’utilizzo di anidride carbonica alimentare per disinfestare tutte le derrate, e non più solo quelle già sanificate, in condizioni di atmosfera controllata. Negli ultimi mesi, infatti, un consorzio ne sta curando la validazione ed effettuando test specifici con questa tecnica.
Sono questi i temi trattati nel corso della Giornata Tecnica “Disinfestazione: metodiche a confronto” organizzata da Antim lo scorso 12 novembre. L’evento si è sviluppato su due momenti: la mattina, dedicata ai lavori congressuali, presso l’Hotel Molino Rosso di Imola; il pomeriggio, con la visita tecnica al Molino Naldoni di Faenza, che ha concluso la Giornata.
“Sotto l’aspetto degli infestanti la campagna di quest’anno è stata devastante – ha sottolineato Lorenzo Cavalli, presidente di Antim, nel suo discorso di apertura dei lavori – perché a causa di una lunghissima estate e del perdurare di temperature elevate fino ad autunno inoltrato, le produzioni cerealicole sono state letteralmente prese d’assalto dagli insetti. La disinfestazione e le attività ad essa collegate sono, pertanto, un tema molto attuale e di fondamentale importanza per il settore alimentare in generale e per l’industria molitoria in particolare, che va analizzato non solo in termini di controllo degli infestanti ma anche degli sprechi”.
Secondo un’analisi condotta da Newpharm, azienda leader nel pest control, durante il periodo di stoccaggio si registrano importanti perdite di prodotto sia sotto l’aspetto quantitativo, che possono oscillare dall’8 al 20%, sia qualitativo, stimate dal 20 al 50%. “Lo scopo dello stoccaggio – ha detto Stefano Cherubin, technical coordinator di Newpharm, nel corso del suo intervento – è quello di garantire le proprietà merceologiche delle materie prime anche attraverso importanti innovazioni tecnologiche. Tuttavia, con questi livelli di sprechi, che quest’anno potrebbero arrivare fino a 300 milioni di tonnellate su scala mondiale, non bisogna perdere la consapevolezza che, pur in presenza di tecnologie sempre più avanzate, l’importanza delle conoscenze relative ai principali infestanti della filiera resta basilare”.
Il tutto in un ambito di sostenibilità verso cui è necessario andare (ma che, attualmente, significa solo meno rese) per limitare gli impatti del cambiamento climatico, che passa, ad esempio, per la produzione biologica, la riscoperta di varietà antiche o la crescente consapevolezza dei benefici per la salute che derivano dal cibo sostenibile. “Sostenibilità – ha chiarito Cherubin – significa anche ridurre le perdite. Oggi dobbiamo lavorare di più in questa direzione anche contrastando il diffondersi di insetti che un tempo, alle nostre latitudini, non erano nemmeno conosciuti come, ad esempio, il cappuccino delle derrate, che viene dall’Africa e che oggi prolifera nel nostro Paese a causa del cambiamento climatico. È necessario far fronte a parassiti che presentano un corredo genetico non solo africano ma anche di altre aree del mondo, perché nei nostri molini ultra tecnologici si creano delle nicchie ecologiche dove questi insetti riescono a proliferare e che, ancora oggi, non riusciamo a contrastare. Il dato confortante è che, nonostante il conflitto russo-ucraino coinvolga due grandi potenze cerealicole, la capacità di stoccaggio del grano è ancora molto forte, con le oltre 780 milioni tonnellate previste per il 2022”.
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Giornalista esperta del settore agroalimentare
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