Il picco delle quotazioni internazionali delle commodity fu raggiunto quasi tre anni fa, come media del perimetro complessivo, energetico e non. È perciò datato. Tuttavia, nell’attuale, complessa situazione del mercato globale incombono nuove tensioni, per cui si è voluto verificare la situazione recente. Diciamo subito che guardando ai grandi aggregati, al di là dei picchi di alcune voci specifiche, il quadro che emerge sugli ultimi dodici mesi appare abbastanza stabile.
Il confronto sull’arco 1° trimestre 2025/24 mostra, infatti, un indice generale in erosione del -0,7%, articolato in un -3,1% del perimetro energetico e in un +8,2% di quello non energetico. È quasi inutile precisare che i dati si riferiscono a medie-mondo. Per cui, ad esempio, la spinta recente che colpisce i costi energetici delle imprese e delle famiglie italiane, annega nel dato generale.
In linea generale, il motivo di fondo di questa mancanza di strappi è chiaro. Il commercio e il Pil mondiale hanno camminato a fatica nell’ultimo anno e sembrano avviati, anche a seguito delle recenti tensioni daziarie, su un percorso in ulteriore rallentamento. È emblematico in questo senso l’andamento previsivo del “campione” Italia, il cui Pil 2025 era previsto in aumento del +0,8% fino a inizio 2025, per scendere al +0,7% (lo stesso del 2024) fino a metà aprile, e posizionarsi infine sul +0,4% secondo le ultime proiezioni del Fondo Monetario e della Banca d’Italia.
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Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare
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