Lo sviluppo dell’industria alimentare si lega sempre più all’export. È inevitabile perciò che l’attenzione sia molto focalizzata oltre Atlantico. Il fattore Usa ha un ruolo cruciale per le prospettive dell’export dell’industria alimentare nazionale. Va ricordato che l’export dell’industria alimentare ha raggiunto i 32miliardi763 milioni di euro nei primi sette mesi 2024, con un aumento del +9,3% sullo stesso periodo 2023.
È un aumento che corrisponde a una quota aggiuntiva di 2miliardi788 milioni. Ebbene, di essa oltre un quarto (730 milioni, pari al 26,2%) è legato proprio alla forte spinta specifica registrata dagli USA, che ha raggiunto un vistoso e specifico +19,7%. Gli Usa rappresentano il secondo mercato estero del “food and beverage” nazionale e il quarto del molitorio, anche se quest’anno il trend del comparto appare stagnante. È chiaro perciò che ogni problematica concernente questo mercato comporta rischi marcati per l’Italia.
Il pensiero va ai dazi imposti dagli Usa alle importazioni dalla Comunità durante lo scorso mandato Trump. Ma è difficile che ciò possa ripetersi. Al di là dei dossier giacenti sui tavoli di una organizzazione in declino come il Wto, l’economia americana si trova in una situazione migliore di otto anni fa. Il Pil americano è atteso a fine anno su una crescita superiore al 2% e dovrebbe rallentare di poco nel 2025. Soprattutto, l’inflazione americana appare in convincente rientro.
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Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare
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