Da un lato l’impresa alimentare ha bisogno di un quadro di certezza giuridica (o almeno di qualcosa che ci si avvicini), dall’altro la sicurezza alimentare non è il risultato di azioni estemporanee, come sanno i responsabili della qualità e della sicurezza alimentare che in continuazione gestiscono e migliorano i sistemi loro affidati.
Eppure in questo contesto, anche di errori scientifici, l’informazione alimentare (compresa quella offerta dagli influencer e i quasi influencer) lancia frequentemente una nuova “provocazione” domandandosi, per esempio, come sia possibile che si tolleri una certa situazione/prodotto (sottintendendo che un comportamento truffaldino stia accadendo), o si rilanciando nuovi studi scientifici che siano lo spunto per enfatizzare i rischi per la salute legati a determinati alimenti.
Enfatizzazione che potrebbe anche essere frutto di una legittima e personale convinzione del creatore di contenuti, salvo che talvolta emerge come quella verve critica spesso non riguardi i prodotti da lui pubblicizzati. Si sa, questo è il mondo e forse, come ci testimonia il celebre romanzo fantastico di Carlo Collodi, il “gatto e la volpe” ci sono sempre stati.
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Avvocato esperto in diritto dell’alimentazione
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