In Italia, il frumento duro è una voce economica importante sul mercato agricolo nazionale ma anche una risorsa fondamentale nella produzione di semola per l’industria agroalimentare della pasta. Nel 2024 la produzione nazionale di frumento duro è stata intorno ai 3,5 milioni di tonnellate, una riduzione del 15% c.a. rispetto alla produzione del 2023 (Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, 2024).
A incidere in maniera significativa sul calo produttivo, oltre alla riduzione delle superfici coltivate, sono state le condizioni climatiche sfavorevoli che hanno interessato principalmente l’areale italiano meridionale di coltivazione. Nelle restanti regioni italiane, soprattutto al Centro Nord, le condizioni della coltura sono state migliori con soddisfacenti risultati a livello di quantità e qualità dei raccolti.
In generale, proprio per contrastare i cambiamenti climatici, il contributo della ricerca è sempre più importante in agricoltura per sviluppare e introdurre sul mercato varietà di frumento duro che siano più resilienti e con buona stabilità produttiva.
Secondo la normativa nazionale e comunitaria, le nuove varietà di frumento duro sono soggette all’obbligo di certificazione per essere immesse in commercio e quindi iscritte al Registro Varietale Nazionale secondo i criteri stabiliti nel D.M. 10 ottobre 2011 (Suppl. 273 G.U. 22/12/2011).
Le varietà di frumento duro che hanno concluso le prove per l’iscrizione al Registro Nazionale nel 2024 sono state 19; di queste 11 hanno superato le prove sulla base dei criteri stabiliti nei D.M. 10 ottobre 2011 ovvero sono state iscritte al Registro Nazionale Varietale (D.M. di Iscrizione del G.U. 257 del 02.11.2024 e D.M. di Iscrizione del G.U. 72 del 27.03.2025) e vengono di seguito descritte sulla base dei principali parametri di valutazione.
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