Il contesto congiunturale in cui si muove il comparto molitorio è tutt’altro che facile. Le notizie che provengono dal conflitto russo-ucraino recano ulteriori difficoltà in prospettiva, per il blocco imposto ai porti locali, soprattutto per la movimentazione di grano tenero e semi oleosi provenienti da quello scacchiere. Può essere utile comunque segnalare il trend di recupero recato dal 2023 alle esportazioni dell’industria alimentare italiana verso la Russia. Nei primi quattro mesi dell’anno esse segnano, infatti, un tendenziale del +18,2%, ribaltando i segni negativi di inizio anno e il -4,1% del consuntivo 2022. Un fenomeno analogo si delinea d’altronde anche per l’Ucraina, che segna nel quadrimestre una ripresa del +34,1% delle esportazioni del settore, dopo il -20,6% accusato in chiusura 2022.
Il mercato interno
In ogni caso, guardando al mercato domestico, va sottolineata la perdurante fatica che lo caratterizza. Esso continua a languire, con un calo delle vendite in volume del -4,7% nel confronto gennaio maggio 2023/22. È evidente, perciò, che esso di tutto ha bisogno fuorché di ulteriori tensioni di prezzo destinate a deprimere la domanda e allertare le Autorità di Governo. I confronti avvenuti alla fine dello scorso luglio, fra i Ministri Urso e Lollobrigida, da un lato, e i rappresentanti della produzione pastaia e della grande distribuzione, dall’altro, sono emblematici della grande attenzione che sul tema prezzi alimentari si è generata nel Paese, anche ai massimi livelli. In merito può essere utile ricordare, in ogni caso, quanto evidenziato dagli indici Istat. E cioè, che i prezzi alla produzione di “pasta, cous cous e prodotti farinacei simili” nel confronto gennaio 2023-maggio 2023 (ultimo mese disponibile) sono diminuiti del -0,3%. E questo, mentre i prezzi al consumo di “pasta e cous cous”, nel confronto gennaio 2023-giugno 2023 (ultimo mese disponibile), sono aumentati del +2,6%, mentre sul gennaio 2023-maggio 2023 sono cresciuti del +2,0%.
L’andamento del molitorio
Intanto, la produzione molitoria mostra nel 2023 chiari segni di fatica. A maggio, essa ha segnato un -2,9% sullo stesso mese 2022, mentre nel confronto sui primi cinque mesi 2023/22 ha accusato un -8,6%. Sono trend peggiori della media dell’industria alimentare, la quale ha registrato in parallelo un -0,4% a maggio e un -1,8% sui cinque mesi. Per fortuna, le esportazioni molitorie, anche se stanno rallentando il passo, sembrano tenere. Nel 2022 esse avevano raggiunto quota 567 milioni di euro, con un +29,5% per effetto prezzi sull’anno precedente, e una incidenza dell’8,5% sul fatturato di comparto. Nei primi quattro mesi 2023 esse hanno toccato quota 200,1 milioni, con un +12,7%, che rientra dopo il +20,1% segnato nel trimestre, ma si mantiene comunque in linea e anzi un po’ sopra il passo valutario segnato in parallelo dall’industria alimentare nel suo complesso, pari al +11,7%.
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Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare
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