I dati diffusi dall’Istat in tema di fatturato dell’industria alimentare 2022 appaiono interessanti e consentono una prima, ancora provvisoria, valutazione sull’andamento del secondo settore manifatturiero italiano. Secondo l’Istituto di statistica, il comparto avrebbe registrato nel 2022, e rispetto al 2021, una crescita del 18% circa del fatturato, superiore alle iniziali previsioni, attestandosi a 182 miliardi, dopo i 155 miliardi raggiunti nel 2021. La spinta sembra pressoché totalmente riconducibile alle perduranti spinte inflattive registrate sulle materie prime agricole ed energetiche che hanno impattato, e non poteva risultare diversamente, sui prezzi alimentari al consumo costatati nel 2022 con una scia che potrebbe prolungarsi anche nei primi mesi del 2023. E questo è indubbiamente una novità dopo decenni nel corso dei quali i prezzi alimentari erano sempre risultati calmieratori, crescendo in sostanza sempre meno dell’inflazione oppure, al massimo, eguagliandola, ma del tutto episodicamente. La situazione venutasi a creare ha tuttavia orientato anche le scelte dei consumatori: il mercato alimentare, da sempre caratterizzato da una marcata stabilità, ha assistito, in particolare nel corso degli ultimi mesi del 2022, a un calo tendenziale in quantità delle vendite a fronte, come già indicato, di un aumento in valore. La produzione del settore ha così, nell’ultimo trimestre 2022, inevitabilmente virato in negativo, chiudendo l’anno con un faticoso tendenziale leggermente positivo ma solo grazie al parziale sostegno dell’export. Dopo i successi maturati negli anni trascorsi dall’industria alimentare, vanno ora sottolineate le ombre fitte che essa si trova ad affrontare, tra le quali la significativa contrazione del valore aggiunto. Il prolungamento di questa fase di forti difficoltà potrebbe risultare devastante per una parte significativa del tessuto produttivo del settore, con una perdita secca per la ricchezza legata alle tradizioni e alle individualità delle nostre produzioni. La filiera alimentare, insomma, ha bisogno di ritrovare subito ossigeno. Essa coinvolge un fatturato complessivo che si avvicina ai 600 miliardi, dal primario allo scaffale. Al suo interno, l’industria alimentare ne rappresenta indubbiamente l’anello centrale, anche per il suo ruolo di promozione dell’immagine del Paese e la qualità del Made in Italy nel mondo. Un anello che, va ricordato, ha già dimostrato, numeri alla mano, di saper innovare e saper vincere, negli anni passati, sfide difficili.
Presidente Italmopa
© Copyright 2022 AVENUE MEDIA S.R.L. Tutti i diritti sono riservati. Privacy Policy Editoria