Ogni anno, ai sensi dell’art. 32 del Reg. (Ce) n. 396/2005, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) pubblica una relazione che esamina i livelli di residui di pesticidi negli alimenti nel mercato europeo. La relazione ha lo scopo di fornire informazioni ai consumatori e alle parti interessate, in particolare agli operatori della catena di approvvigionamento alimentare. Il rapporto si basa sui dati delle attività di controllo ufficiali svolte dagli Stati membri dell’Ue, dall’Islanda e dalla Norvegia, e comprende anche un sottoinsieme di dati provenienti dal programma multiannuale di controllo coordinato dall’Ue, che utilizza una strategia di campionamento randomizzato. In totale, nel 2020 sono stati analizzati 88.141 campioni, di cui:
Quanto al sottoinsieme di 12.077 campioni analizzati per il programma di controllo pluriennale coordinato dall’Ue:
Il programma coordinato utilizza a rotazione triennale panieri di prodotti analoghi, in modo da poter individuare, per prodotti specifici, tendenze in aumento o in diminuzione. Nel report, l’Efsa ha indicato anche diverse proposte e raccomandazioni per aumentare l’efficacia dei sistemi di controllo europei, continuando così a garantire un alto livello di protezione dei consumatori in tutta l’Unione europea. I risultati dei programmi di monitoraggio rappresentano una preziosa fonte di informazioni per stimare l’esposizione alimentare dei consumatori dell’Ue. Inoltre, i risultati del rapporto sono sistematicamente utilizzati dalla Commissione e dagli Stati membri per stabilire le priorità dei controlli sugli alimenti in commercio, comprese le più importanti combinazioni sostanza/merce da includere nel regolamento MACP dell’Ue (Programma coordinato di controllo dell’Ue) o nei programmi di controllo nazionali degli Stati membri.
Oltre a misurare i residui, l’Efsa ha anche prodotto una valutazione del rischio acuto e cronico per la salute dei consumatori, stabilendo come “improbabile” che l’esposizione alimentare a questi livelli di residui possa rappresentare un rischio per la salute. Nelle future relazioni sui residui di pesticidi negli alimenti, le valutazioni deterministiche dell’esposizione saranno accompagnate da quelle probabilistiche di singole sostanze, permettendo così una migliore quantificazione dei rischi possibili e le incertezze associate. Relativamente alle singole sostanze attive, si segnala che il glifosate è stato analizzato da 27 Paesi: 14.125 campioni di diversi prodotti alimentari e 474 campioni di mangimi per animali. I risultati hanno mostrato che nel 97,4% dei campioni (13.760 campioni), l’erbicida non era quantificabile alle analisi. Nel 2% dei campioni (283 campioni), il glifosate è stato quantificato a livelli superiori ai limiti di quantificabilità analitica, ma ancora al di sotto dell’LMR. Solo in 82 campioni, pari allo 0,6%, il residuo ha superato il limite di legge. Considerando però l’incertezza di misura, solo 56 campioni (0,4%) non sarebbero risultati conformi. Il glifosate è stato inoltre analizzato in 262 campioni di alimenti per l’infanzia. In un solo campione di alimenti trasformati a base di cereali per neonati e bambini l’LMR sarebbe stato numericamente superato, ma poi è risultato conforme. Anche per quanto riguarda questo specifico erbicida, quindi, non si ravvisano rischi misurabili a carico della salute a seguito dell’assunzione di tali residui.
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