“Mais: produzione, rese e innovazione, a che punto siamo?”. Questo il focus del consueto appuntamento della Giornata del Mais organizzata dal Crea – Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, quest’anno in modalità webinar. La partecipazione è stata notevole, con punte di 350 connessi, a dimostrazione del fatto che il mais continua a suscitare grande interesse. La prima sessione dei lavori, moderata da Amedeo Reyneri dell’Università di Torino e da Anna Maria Mastrangelo del Crea, è iniziata con il tradizionale appuntamento con Dario Frisio dell’Università degli Studi di Milano. Il quadro economico del settore, tracciato dal professore, è altalenante: da un lato si segnala la buona performance del 2020 (112,3 q/ha contro una media di circa 94 q/ha degli ultimi 23 anni), dall’altro un’ulteriore riduzione delle superfici coltivate a mais (nuovo calo del 4% dopo la seppur lieve ripresa del 6% del 2019). Il tasso di autoapprovvigionamento continua a scendere e l’Italia resta importatrice netta di mais; pertanto, è necessario un intervento che ridia forza al settore maidicolo, strategico per le filiere d’eccellenza italiane. A tale scopo, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha istituito il Tavolo Tecnico Permanente che ha elaborato il Piano di settore, approvato dalla Conferenza Stato Regioni nel febbraio 2020. Un primo risultato concreto è stato il contributo nel fondo competitività delle filiere e l’Accordo quadro per il mais italiano. Milena Battaglia del Mipaaf ha evidenziato che tali misure hanno coinvolto, nella campagna 2020, oltre 107 mila ettari.
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