Una recente ricerca condotta dall’Università di Milano, sotto la supervisione della professoressa Stefania Iametti, si è concentrata sulla semola integrale completa di Germe Molino De Vita, prodotta attraverso un processo unico di “macinazione intera” a basso tasso di raffinazione e lenta macinazione. La ricerca conferma che questa semola integrale conserva elementi nutrizionali essenziali come il germe e l’aleurone, quasi simile alla cariosside del grano in natura, offrendo, allo stesso tempo, un profilo nutrizionale e benefici per la salute che potrebbero avere un impatto significativo sulla prevenzione di malattie croniche. Di questo nuovo prodotto e del suo collocamento sul mercato italiano ed estero, la redazione di Molini d’Italia ne ha voluto trattare, intervistando il dottor Nicola De Vita, titolare dell’omonimo Molino e presidente della Commissione prodotti biologici di Italmopa.
Come nasce il progetto della semola integrale completa di Germe?
«Il progetto affonda le sue radici nella profonda storia e tradizione della nostra famiglia. Prima di diventare mugnai, siamo stati per generazioni una famiglia di agricoltori, e questo ci ha sempre fatto avere un legame speciale con la terra e con ciò che essa produce. Questa connessione ci ha insegnato a valorizzare ogni singola parte del grano, e a riconoscere l’importanza di portare sulla tavola prodotti genuini e ricchi di nutrienti. Con l’evoluzione nel campo della molitura e di fronte a un mercato sempre più esigente in termini di qualità, ci siamo chiesti: “Come possiamo garantire una semola che racchiuda tutta la ricchezza e la bontà del chicco di grano?”. Da questa riflessione, nasce l’idea di sviluppare la semola integrale completa di germe, unendo la passione agricola della nostra famiglia all’arte della molitura».
Quali sono state le vostre aspettative nel momento in cui vi siete affidati all’Università di Milano e nello specifico al tema della professoressa Stefania Iametti?
«L’affidamento all’Università di Milano, e in particolare alla professoressa Iametti, rappresentava per noi una volontà di unire l’artigianalità del nostro lavoro con l’accuratezza della ricerca scientifica. Avevamo grandi aspettative: desideravamo che il nostro prodotto fosse sottoposto a un’analisi approfondita, sperando che ciò confermasse quello che intuivamo sulla sua qualità e unicità. La collaborazione con un’istituzione accademica di tale prestigio ha rappresentato anche un segno del nostro impegno nel fornire al consumatore un prodotto supportato da solide evidenze scientifiche».
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