Il Sudamerica si candida a diventare la super potenza del secolo nel setto re delle commodities. Lo ha affermato l’“Economist” in un articolo dello scorso 20 agosto e i dati che emergono da un’analisi di quest’area geografica, lo confermano. Per quanto riguarda il settore cerealicolo, in particolare, l’America Latina rappresenta il 6,7% del totale delle esportazioni mondiali di grano che, complessivamente ammontano a oltre 67 miliardi di dollari. L’export di grano dal Sudamerica sfiora quota 5 miliardi di dollari l’anno e si riferisce a una capacità di macinazione di circa 20 milioni di tonnellate metriche all’anno che è comunque sottoutilizzata rispetto alla potenzialità degli impianti, molti dei quali sono piccoli e a conduzione unipersonale o a responsabilità limitata. Guidano la corsa in avanti del continente, Argentina e Brasile che hanno spinto il pedale dell’acceleratore nel settore cerealicolo creando un upgrade tecnologico e produttivo lungo tutta la filiera. I due colossi rientrano tra i primi quindici esportatori mondiali di grano che complessivamente commerciano oltre il 90% del prodotto sul mercato. L’Argentina (al sesto posto) con oltre 3 miliardi di dollari di prodotto esportato e il Brasile (al quindicesimo posto) con quasi un miliardo di dollari di grano venduto sui mercati esteri. In questa congiuntura di mercato, la spinta in avanti delle esportazioni brasiliane è stata generata soprattutto dall’assenza del grano Ucraino sui mercati globali, in un’ottica di compensazione. Non a caso, quest’anno, per la prima volta, si tiene dal 3 al 5 ottobre, a San Paolo del Brasile, la prima edizione sudamericana di Victam International, il più grande evento al mondo dedicato alle industrie di trasformazione dei mangimi animali abbinato al Grapas, il trade show per le industrie di lavorazione dei cereali, delle farine e del riso. Dal Messico al Cile, il consumo di cereali si presenta in una grande varietà di forme. L’industria molitoria ha saputo adattarsi in vari modi per fornire al mercato farine funzionali. Inoltre, la globalizzazione e la migrazione hanno creato la necessità di rendere disponibili questi prodotti in altre regioni. Ad esempio, le farine di mais sono richieste in Cile, il pane al vapore giapponese è apprezzato in Perù e vari tipi di panini per hamburger sono utilizzati in diverse parti del mondo. Questa diversità rende necessario approfondire la conoscenza delle materie prime della regione, adeguare i processi tecnologici per trasformare i cereali nei prodotti desiderati e apportare cambiamenti sia nella mentalità degli operatori sia nelle tecnologie applicate alla macinazione.
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Giornalista esperta del settore agroalimentare
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