Dall’agenda dell’Ue pare scomparso il tema della libera circolazione dei prodotti alimentari. Quando, alla fine degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, si parlava di diritto alimentare, rispetto al grande sviluppo della Cee, questo argomento era praticamente l’unico. Risalendo con la memoria a quei tempi, ricordo che all’autorità della commissione mi rivolgevo con un certo timore reverenziale, con parecchie difficoltà di connessione (telefonica) e numerosi viaggi. Riuscendo a contattare un funzionario sembrava veramente di aver trovato la voce amica, ovvero un operatore che, pur nelle differenze culturali e sociali che ci dividevano (vista l’origine: io italiano, lui straniero), parlava la mia stessa “lingua del diritto comunitario”: insomma, l’Europa c’era.
LIBERA CIRCOLAZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI: STATO DELL’ARTE E OBIETTIVI
Ricordo che una volta esposi doviziosamente il problema della libera circolazione degli alimenti e, a conclusione, il funzionario chiamò chi di competenza, così risolvendo, in pochi istanti, una questione che altrimenti nessuna autorità locale sarebbe riuscita a dipanare. Oltre alle differenze, quindi, c’era anche un forte clima di collaborazione tra istituzioni, nello spirito della Comunità europea.
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Avvocato esperto in diritto dell’alimentazione
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